Il violino illustrato attraverso una collezione filatelica

Il violino illustrato attraverso una collezione filatelica

di Ivan Bonardi

Il violino[1] è uno strumento musicale della famiglia degli archi, dotato di quattro corde intonate ad intervalli di quinta. Lo strumento è molto versatile e viene impiegato dalle orchestre nei concerti[2] ed è uno degli strumenti fondamentali del quartetto[3], oltre ad essere utilizzato come solista. Non è da dimenticare il suo uso nella musica popolare e folk. Lo strumento è realizzato in legno con una tavola armonica (detta anche piano armonico) di abete rosso[4] e da un fondo, generalmente in acero montano[5], uniti da fasce di legno[6] d’acero curvato.

Il violino è costituito da una cassa armonica[7] che misura tra i 34,9 ed i 36,2 cm, e dal manico, innestato nella parte superiore della cassa che termina nella cassetta dei piroli[8] o cavigliera. Il manico è ornato nella parte superiore da un fregio ad intaglio chiamato riccio[9], talvolta per impreziosire lo strumento viene decorato con ornamenti ad intaglio come il violino “Greffuhle“[10]. Nel piano sono ricavate le uniche due aperture della cassa, due fessure chiamate effe[11] poiché hanno la forma di quella lettera dell’alfabeto nella scrittura corsiva.

Le corde passano su un sostegno all’inizio del manico chiamato capotasto[12], scorrono al di sopra della tastiera e si appoggiano sul ponticello[13], una lama verticale mobile, in legno di acero, che trasmette la vibrazione delle corde al piano armonico. Vanno infine a fissarsi alla cordiera, collegata al bottone[14] per mezzo di un apposito cavo. Cassa e riccio[15] vengono ricoperti da una vernice, a base di olio o di alcol, ricca di resine vegetali e altri pigmenti. I liutai[16]sono da sempre impegnati nello studio delle antiche ricette per le vernici e nell’elaborazione di nuove. Le vernici caratterizzano in modo rilevante l’estetica dello strumento e ne condizionano l’uso[17] e la resa sonora[18].

La liuteria ha tradizioni molto antiche. Nasce con la produzione di strumenti musicali a corda a pizzico[19], probabilmente in Egitto intorno al 3400 a.C., sviluppando nei secoli successivi strumenti sempre più complessi: l’arpa, la cetra[20], la nabla, la lira[21] e moltri altri. Col passare del tempo la strumentazione musicale si differenzia e porta alla produzione di strumenti a corda ad arco[22]. In Europa questi strumenti ebbero un uso più accentuato nel periodo medievale, tra i più significativi si possono citare: la crotta, la viola, la giga, la gironda e via dicendo.

Gli strumenti a corda ad arco o a pizzico non sono una prerogativa del continente europeo o della cultura occidentale. In tutto il mondo le popolazioni hanno introdotto strumenti di varie tipologie e forme[23] adeguandoli ai materiali autoctoni e di conseguenza alle musiche tradizionali locali. Le popolazioni slave utilizzano il gudok[24] progenitore di molti strumenti impiegati nelle danze tradizionali. Le popolazioni africane suonano la chitarra africana[25], uno strumento ibrido a metà strada tra gli strumenti africani più antichi e quelli arabi. Nel mondo arabo è stato inventato il liuto[26] che poi si diffuse, a partire dal medioevo, in tutto il mondo, e il rabab[27], un particolare strumento ad arco. Dal mondo tradizionale greco invece deriva il bouzouki[28] che si diffuse in diverse varianti anche in altre parti del mediterraneo. Anche l’Asia produce numerosi strumenti come il morin khuur[29] utilizzato dalle popolazioni mongole per le danze tradizionali. Il Vina[30] invece proviene dalla penisola Indiana ed è uno degli strumenti complessi più antichi.

 

Con la fine del medioevo si perfezionano gli strumenti a corda ad arco con una produzione molto variegata[31] legata alle diverse scuole e botteghe. In particolare si sviluppa lo strumento della viola da braccio che, nella prima parte del XVI secolo, aveva tre tipologie principali: soprano e contralto che avevano solamente tre corde e il basso che si poteva trovare con accordature sia a tre che e quattro corde. In alcuni casi, secondo i trattati dell’epoca, poteva arrivare sino a cinque corde. È in questo periodo che si sviluppano varietà di strumenti che danno vita al violino, con un utilizzo prettamente popolare[32] nelle fiere, nelle feste[33] e in associazione con canti e altri strumenti.

Le fonti più antiche riguardanti il violino ci permettono di far risalire la sua nascita all’inizio del XVI secolo. I primi esemplari erano probabilmente soltanto un’evoluzione di strumenti ad arco preesistenti, essi appartenevano a “famiglie”[34] raggruppate in tre diverse taglie, approssimativamente corrispondenti alle tessiture di soprano, contralto o tenore e basso. Gran parte delle ipotesi tradizionali pongono l’apparizione dei primi violini veri e propri, dotati della stessa forma e medesima accordatura usata ancora ai giorni nostri, nel nord Italia: a Cremona con Andrea Amati[35], a Brescia con Gasparo da Salò[36], Zanetto e Pellegrino Micheli, a Venezia[37] con la famiglia Linarol. Probabilmente le botteghe liutaie affinarono la tecnica di produzione raggiungendo un risultato molto simile in contemporanea creando una tipologia definita nel tempo.

L’area italiana non è l’unica ad aver sviluppato la liuteria moderna. La più antica è probabilmente la scuola tirolese derivata da quella cremonese con importanti liutai quali Jacob Stainer e la famiglia Klotz. Il liutaio Mathias Klotz[38] operò nella città di Mittenwald tra il 1678 e il 1743. Tra il XVII e il XIX secolo furono numerosi i liutai in area tedesca[39] operanti a Vienna, Fussen, Norimberga ecc. Anche oggi esiste una tradizione tedesca della produzione liutaia, come nel piccolo paese di Klingenthall[40] dove lavorò Caspar Hopf ed esistono ancora botteghe attive con un importante concorso internazionale di musica[41].

Lo sviluppo della forma e l’omogeneizzazione della tecnica costruttiva è stata con ogni probabilità un percorso lungo e non ebbe luogo solo in Italia. Un importante centro produttivo fu la Francia che a partire dal XVII secolo costituì diversi luoghi di produzione tra cui Parigi[42], Lione[43], Rouen ecc. La notorietà della produzione fa sì che vi sia la realizzazione di una cartolina con gli strumenti a corda realizzati dal liutaio E. Richard[44], maestro liutaio di Rouen. Si può notare l’estrema varietà degli strumenti realizzati, dalla strumentazione classica per orchestra alla musica tradizionale e popolare. Un centro che si sviluppò in questo periodo e che mantiene ancor oggi una importante tradizione liutaia, con picchi di eccellenza tra il XVII e il XIX secolo, è la cittadina di Mirecourt[45].

La cultura liutaia fu molto sentita anche in Polonia dove già a partire dal XVII secolo Marcin Grobicz istituì una propria bottega, dando vita ad una importante scuola di liuteria, se pur con specifici influssi culturali. La produzione derivata dalla viola da braccio, oltre al violino, diede vita a caratteristici strumenti tradizionali[46]. Questa tradizione diede vita ad uno sviluppo musicale di notevole importanza, la Polonia ha dato i natali a molti importanti musicisti. Il violinista Wieniawskiego[47] istituì un prestigioso concorso musicale europeo[48].

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