Giacomo Casanova a Cremona

Giacomo Casanova a Cremona

di Minosse Di Savoia

Casanova a Cremona. Che bizzarria! Si è sempre sentito parlare poco della presenza in città del celebre Veneziano, eppure nonostante il Cavaliere di Seingalt abbia riportato soltanto un breve riferimento specifico a un passaggio nella città del Torrazzo nella sua Histoire de ma vie, il vincolo che lega Cremona e il famoso avventuriero autore della fuga dai Piombi è molto più saldo e concreto di quanto si possa pensare ed è stato addirittura immortalato in una sua opera poco conosciuta. Secondo il suo racconto, Casanova sarebbe passato nella cittadina lombarda nel 1749 proveniente da Verona e da Milano, in compagnia di una ballerina d’opera di nome Marina e di un coreografo di nome Stefano Balletti. Era evidentemente di passaggio e come spesso accadeva durante i lunghi viaggi, si ferma in un caffè dove fa conoscenza con un Ufficiale che lo invita a fare una passeggiata lungo le strade cittadine. Soltanto l’immaginazione può aiutarci in questo frangente perché Casanova si dimostra avaro di descrizioni rispetto a quanto lo circonda e sarebbe stato interessante sentire dalla sua voce un giudizio sulla Cremona del tempo. L’Ufficiale saluta una donna molto interessante e racconta al Veneziano che si tratta di una persona a cui è legata una vicenda nota a chiunque abiti in città. In sostanza questa donna, di cui a tutt’oggi non si conosce il nome, sarebbe stata l’oggetto delle attenzioni di due uomini i quali entrarono in competizione per ottenerne i favori. Una parola tira l’altra e uno disse all’altro che aveva già avuto ciò per cui l’altro si stava dannando. Incredulo, quello rimasto a bocca asciutta scommette 25 luigi che si farà dire dalla donna che non è vero. L’altro accetta e così entrambi si recano a casa della signora per farsi dire la verità. Inutile dire che perdono tutti e due, perché la donna confermando il racconto del primo – seppure non fosse vero – li congeda per non volerli vedere mai più. Da quel momento in poi, visse ritirata e con questa onta da lavare con una vita accanto al marito, senza altre distrazioni.

Questa vicenda, che è realmente accaduta, è servita però a Casanova per dare l’ennesima prova del suo eclettismo letterario, quando decide di partorire una tragicommedia in tre atti ambientata nella guerra di Successione d’Austria e che porta il titolo di Le Polémoscope ou La calomnie démasquée par la présence d’esprit. Il testo viene scritto nell’eremo di Dux, dove si trova a gestire la biblioteca del Conte di Waldstein, nel 1791 ed è dedicata alla Principessa di Clary, con la quale era entrato in corrispondenza. L’opera non viene pubblicata in vita dal Veneziano, ma viene riscoperta e data alle stampe nella rivista parigina «Le Vogue», nel 1886. In seguito viene pubblicata anche in Italia per la prima volta dalle Edizioni E&A con traduzione di Renato Giordano nel 1987 e poi nell’ottima versione fornita da Gius Gargiulo per i tipi delle Edizioni dell’Orso nel 2003. Questo breve spunto vuole essere uno stimolo per qualche studioso di storia locale cremonese a ricercare negli archivi maggiori informazioni riguardo questa vicenda e soprattutto riguardo il passaggio cremonese di Casanova che, ancora oggi, rimane nell’ombra. Esiste qualche traccia della presenza del Veneziano nelle cronache dell’epoca? C’è forse qualche notizia della ballerina e del coreografo, compagni di viaggio del Cavaliere di Seingalt nella sua permanenza cremonese? E poi, quella Irene Rinaldi, figlia dell’omonimo Conte che erano attesi a Cremona, era forse originaria della cittadina del Torrazzo?

 

BIBLIOGRAFIA: CASANOVA, GIACOMO Storia della mia vita, Milano : Mondadori, 1983-1989; CASANOVA, GIACOMO La calunnia smascherata (dalla presenza di spirito) ovvero «Il Polemoscopio» – 1791 – tragicommedia in tre atti. Prima edizione italiana. Traduzione e cura di Renato Giordano, Roma : E & A, 1987; CASANOVA, GIACOMO Le Polémoscope Ou la calomnie démasquée par la présence d’esprit. Introduzione, edizione critica, traduzione e note a cura di Gius Gargiulo, Alessandria : Edizioni dell’Orso, 2003. Tutti questi sono quesiti ancora aperti nella lunga vicenda storica casanoviana e che ancora attendono di essere indagati e risolti. La speranza che qualche storico se ne prenda carico è più che mai viva.

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